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Crisi mercato auto: perché non vengono più prodotte

09 Novembre 2021

Online, ma anche ai TG, spesso si sente parlare del settore dell’auto in crisi. Perché? La risposta più semplice è da ricercare in quella che è stata chiamata “chip crunch“, ma cosa significa? Con questo termine inglese andiamo sostanzialmente ad indicare la crisi nella produzione di microchip e chip, ma più in generale tutte le componenti elettroniche, nonché le centraline. Non essendoci questi ricambi, le consegne delle auto nuove sono dunque rallentate.

Perché mancano i pezzi

Come mai mancano questi pezzi? La risposta è (purtroppo) molto semplice: la pandemia dovuta al Coronavirus. Il 2020 ha visto un lockdown quasi totale, industrie incluse e questo ha portato ad un blocco della produzione. Con gli operai a casa, per scongiurare un ulteriore rischio di contagio, il settore si è fermato. Ci si è dunque trovati, alla riapertura, con una domanda altissima, una richiesta incredibile di pezzi, ma con una offerta ridotta ai minimi termini. Niente componenti elettronici, niente auto nuove, e se mancano queste ultime, non ci sarà usato. Perché? Semplice, se non si vende il nuovo, che rimpiazza l’usato, anche quest’ultimo si ferma.

Oggi, con la produzione di parti elettroniche ripresa al 100%, ci si trova con una richiesta incredibile di pezzi. La maggior parte della aziende che creano pezzi per auto poi, forniscono anche le Case che vendono elettrodomestici, computer, e di conseguenza non riescono a coprire la domanda. A questo, ci dobbiamo poi aggiungere la politica, che interessa il rapporto tra Stati Uniti e Cina. I primi hanno imposto dei dazi e delle sanzioni importanti alla seconda. Una rivalità tra superpotenze che ha messo in crisi soprattutto la Cina, produttore numero uno di componenti elettronici (per via dei prezzi bassi). La motivazione principale per gli Stati Uniti va ricercata nel fatto che la produzione di chip cinesi potrebbe avere degli scopi militari.

Materie prime come acciaio e plastica

L’elettronica poteva bastare a rendere la cosa problematica? Ovviamente no, poiché mancano anche l’acciaio e le materie plastiche. Non c’è disponibilità, le tempistiche di consegna si dilatano e, come per l’elettronica, senza pezzi, la produzione rallenta se non addirittura si ferma. Le auto, restano ferme sulle catene di montaggio.

Il segreto per vincere: la corretta programmazione

Oggi, con tutti questi problemi relativi alla fornitura di componenti essenziali per produrre auto, vince chi è in grado di fare una buona programmazione. Le Case automobilistiche effettuano programmazioni che vanno da un minimo di 2, ad un massimo di 7 anni. Chi ha programmato per 2 anni, si è trovato ed è in difficoltà. Coloro che hanno programmato per 5 o 7 anni, sono sempre in difficoltà, ma meno.

Quacquarelli: “Siamo coperti!”

La Concessionaria Quacquarelli srl , oggi riferimento su Milano e provincia per Renault e Dacia, riesce a rispondere abbastanza bene all’attuale crisi, con buone disponibilità per entrambi i brand. La citycar Twingo electric , e  anche la Zoe,  sono in consegna rapida, solo poche settimane,  ma c’è disponibilità anche per il vendutissimo crossover Captur nella richiesta versione Full Hybris , e la berlina Mégane (anche in versione Station Wagon Sporter), così come il multispazio Kangoo. Guardando ai top di gamma, abbiamo Kadjar disponibili  e Arkana e Koleos in arrivi programmati. Per Dacia, c’è poi buona scelta per la Duster come per qualche Sandero, mentre l’elettrica Spring è “carica” per arrivare nel vostro box. Vi basterà chiedere in concessionaria per sapere prezzi, promozioni e allestimenti disponibili, per trovare come sempre, la disponibilità e la professionalità che  contraddistingue la Concessionaria Quacquarelli Srl di Milano .